Notizie dal mondo scientifico. Sulle sigarette elettroniche.

All’incirca tre anni fa (era il 28 Luglio del 2016) lanciavo sulla mia pagina facebook un commento su un lavoro scientifico che evidenziava la pericolosità delle sigarette elettroniche (tutta la disamina è qui). Da quel commento ne venne una interessante discussione con persone che cercavano di difendere la minore tossicità di tali oggetti sostitutivi delle sigarette reali. Riporto qui sotto il primo post a cui sono seguiti alcuni aggiornamenti tra cui quello di oggi, 27/07/2019, in coda a questo articolo. Nel ricopiare in questo blog i post di tre anni fa, mi sono accorto che alcuni dei link non sono più raggiungibili, per cui li ho sostituiti con gli analoghi funzionanti.

28/07/2016

Quante volte abbiamo sentito dai fumatori incalliti che le sigarette elettroniche sono innocue? Tutti quelli che ne fanno uso dicono che sono addirittura salutari; non hanno gli effetti negativi delle sigarette reali. Su cosa poggino questa loro sicurezza non è dato sapere. Forse solo sulla loro illusione di poter continuare nel proprio vizio senza preoccuparsi di danni noti a tutti: problemi cardiaci, polmonari e così via cantando.

Ed invece ecco che cominciano ad essere pubblicati studi che attestano come anche il fumo delle sigarette elettroniche sia tutt’altro che salutare. Anzi…

Un lavoro pubblicato su Environmental Science and Technology (cliccare qui o sulla Figura 1)

Figura 1. Link al lavoro del 2016

mostra che la decomposizione termica di glicole polietilenico e glicerina (i principali componenti dei liquidi contenuti nelle sigarette elettroniche oltre ad altri eccipienti tra cui un po’ di profumi ed anche la nicotina) all’interno dei “meccanismi” della sigaretta elettronica, porta alla formazione di formaldeide, acetaldeide ed acroleina tutti con effetti molto tossici.

La scheda di sicurezza della formaldeide è qui, quella della acetaldeide qui, e quella della acroleina qui.

In tutti i casi si tratta di sostanze che possono portare alla morte ed al cancro.

Ci si potrebbe chiedere: ma come mai avviene la decomposizione termica nelle sigarette elettroniche? Beh, il principio di funzionamento delle sigarette elettroniche è basato sulla vaporizzazione dei suddetti solventi su delle “spire” (in Inglese coil) metalliche. Per ottenere la vaporizzazione occorre riscaldare questi “coil” ad elevate temperature mediante l’applicazione di una differenza di potenziale. Sono proprio queste temperature che determinano la degradazione termica anzidetta e la formazione delle sostanze tossiche. Lo studio citato evidenzia che la quantità di molecole tossiche prodotte dipende dal voltaggio utilizzato per innalzare la temperatura dei “coils”. In ogni caso si producono molecole potenzialmente mortali e cancerogene.

Qual è la soluzione? Sempre la stessa: per essere sicuri di non contrarre malattie che possono portare rapidamente alla morte, meglio smettere completamente di fumare….a farci morire velocemente ci pensano già i gas di scarico delle automobili e lo smog delle grandi città; non mettiamoci anche le cose inutili che possiamo facilmente evitare

Altre letture

https://www.sciencenews.org/article/vaping%E2%80%99s-toxic-vapors-come-mainly-e-liquid-solvents

Aggiornamento del 29/07/2016

Grazie a Francesca Nunzi, ho potuto leggere il lavoro originale di cui si parla in questa nota. Chi vuole lo può leggere qui.

Trovo che il lavoro sia ben fatto, originale ed innovativo. Mi sembra scritto molto bene e completo. Gli autori analizzano le problematiche relative all’uso delle sigarette elettroniche tentando di rispondere ad una domanda che tutti ci poniamo: quanto salutari sono questi oggetti rispetto alle sigarette normali? Nel lavoro non c’è un confronto col fumo di sigaretta normale. Aggiungo che un tale confronto avrebbe prodotto una pubblicazione molto più ampia di quelle normalmente accettate sulla rivista in oggetto (Environmental Science and Technology) che, per questo, invita all’uso delle Supplementary Information (SI) di cui gli autori hanno fatto ampio uso. Infatti, molti dettagli che avrebbero avuto pieno titolo ad essere inseriti nel documento principale sono relegati nelle SI. Sotto l’aspetto analitico mi sembra fatto bene. Fanno uso della gas cromatografia con MS in spazio di testa, tecnica principe per le analisi delle emissioni gassose. Usano anche la HPLC con rivelatore UV per l’analisi dei liquidi usati nelle sigarette elettroniche. I risultati mostrano che applicando due diversi voltaggi (3.8 e 4.8 V) per l’accensione delle sigarette elettroniche che hanno monitorato, si producono proprio i prodotti indicati nella nota del 28.07.2016, oltre a tutta un’altra serie di prodotti più o meno pericolosi. Gli autori non si spingono a dire che le sigarette elettroniche sono pericolose (più o meno di quelle tradizionali) e rimandano ad un lavoro successivo l’indagine sulla pericolosità delle componenti derivanti dalla degradazione termica degli e-liquids. Quello che affermano è che la modulazione del voltaggio e, quindi, della temperatura necessaria per la vaporizzazione degli e-liquids determina una più o meno elevata concentrazione di prodotti dalla canceroginità acclarata. Da parte mia non posso che notare, dalle tabelle riportate, che nelle condizioni peggiori la concentrazione dei vari gas tossici non è superiore a 10000 ng/mg ovvero 1% in peso del liquido usato nelle sigarette elettroniche. Quanto questa concentrazione è pericolosa? Non lo so, ma “a naso” a me sembra una concentrazione molto differente da quella che normalmente è presente nel fumo di sigaretta normale che, oltretutto, contiene anche PAH. Nelle loro conclusioni, gli autori scrivono un po’ ciò che tutti quelli interessati a questa nota hanno, più o meno, detto:

Since harmful chemical emissions are primarily due to thermal decomposition of e-liquid constituents, reducing these temperatures is a promising approach to limiting the harm caused by e-cigarettes. Proper maintenance or more frequent replacement of coils may also reduce emissions by avoiding accumulation of polymeric residues.

In altre parole, per ridurre gli effetti potenzialmente nocivi del fumo di sigaretta elettronica conviene usare una temperatura più bassa possibile e manutenere per bene il marchingegno

Aggiornamento del 27/07/2019

Sono passati circa tre anni da quando ho scritto questo post ed ancora non esisteva il mio blog. A distanza di anni il numero di dati sperimentali in merito alla pericolososità delle sigarette elettroniche si è andato accumulando. E’ di queste ore la notizia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che il fumo delle sigarettte elettroniche è pericoloso quanto quelle delle sigarette normali e deve essere regolamentato. Per leggere il rapporto originale della World Health Organization (ovvero l’organizzazione mondiale della sanità) basta cliccare sulla figura qui sotto

Credits dell’immagine di copertina: Lindsay Fox @ https://ecigarettereviewed.com/

Una risposta a “Notizie dal mondo scientifico. Sulle sigarette elettroniche.”

  1. Come ho commentato tre anni fa è inutile fare una ricerca sulla pizza bruciata, fa male , fa schifo e nessuno la mangerebbe. Stesso discorso per la sigaretta elettronica, se sa di formaldeide e acroleina (che non sono inodore e insapore e non auguro a nessuno di provare la botta che da un tiro a secco come quelli dei test) sfido chiunque a usarla. I sofisticati strumenti di analisi non hanno olfatto e gusto per dire che il test è fatto in condizioni ottimali. Il professore Riccardo Polosa spiega molto bene i limiti di queste ricerche fatte alla perfezione sulla carta ma che non tengono in considerazione il normale utilizzo di una ecig. Sono nocive il 95% meno delle sigarette normali se vi sembra poco.

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