Acqua e sua qualità: per cosa dobbiamo preoccuparci?

Estate. Tempo di caldo. In città c’è una cappa fatta di smog che aumenta la sensazione di disagio per il caldo torrido. Cosa c’è di meglio che una bella bevuta di acqua fresca per reidratarci?

Qui a Palermo, ma in genere in gran parte del paese, si consuma tantissima acqua imbottigliata. Ce n’è per tutti i gusti. Acqua alcalina (ne ho già parlato qui), acqua ricca di ossigeno (ne ho parlato qui), acqua a basso contenuto di residuo fisso (ne ho scritto qui), acqua a basso contenuto di sodio (non ne ho ancora scritto, ma anche questa è una bufala commerciale), per non parlare dell’acqua contenente arsenico, nitrati e fluoruri che viene considerata tossica per cui meglio starne lontani ed impiantare inchieste giornalistiche prive di ogni senso.

La normativa sull’acqua

Avete mai letto l’etichetta di un’acqua in bottiglia? Non è che i gestori dell’imbottigliamento inseriscano le analisi delle acque che vendono per amore della chiarezza e dell’umanità. Essi sono costretti a farlo da tutta una normativa che, nel tempo, è diventata sempre più stringente e ha come punto focale la tutela della salute pubblica. Siete interessati a sapere quali sono le norme in merito? Eccone un elenco:

Per le acque destinate al consumo umano

D.L. n. 31 del 02 febbraio 2001 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano) pubblicato sulla G.U. Serie Generale n. 52 del 03 Marzo 2001

D.M. n. 174 del 06 aprile 2004 (Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano) pubblicato sulla G.U. Serie Generale n. 166 del 17 Luglio 2004.

Per le acque minerali, ovvero quelle in bottiglia che troviamo al supermercato

D.L. n. 105 del 25 Gennaio 1992 (Attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali naturali) pubblicato sulla G.U. n. 39 del 17 Febbraio 1992 e sue successive modifiche ed integrazioni

D.L. n. 239 del 4 Agosto 1999 (Disciplina delle acque di sorgente e modificazioni al decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, concernente le acque minerali naturali, in attuazione della direttiva 96/70/CE) pubblicato sulla G.U. n. 231 del 1 Ottobre 1999

D.M. del 11 settembre 2003 (Attuazione della direttiva 2003/40/CE della Commissione nella parte relativa all’etichettatura delle acque minerali e delle acque di sorgente) pubblicato sulla G.U. n. 229 del 2 Ottobre 2003

D.M. del 29 dicembre 2003 (Attuazione della direttiva n. 2003/40/CE della Commissione nella parte relativa ai criteri dei valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali di cui al decreto ministeriale 12 novembre 1992, n. 542, e successive modificazioni, nonché alle condizioni di utilizzazione dei trattamenti delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente) pubblicato nella G.U. n. 302 del 31 Dicembre 2003

D.M. del 24 marzo 2005 (Gamme delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente destinate alla somministrazione) pubblicato nella G.U. n. 78 del 5 Aprile 2005

D.L. n. 176 del 8 Ottobre 2011 (Attuazione della direttiva 2009/54/CE, sull’utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali) pubblicata sulla G.U. Serie Generale n. 258 del 05 Novembre 2011

D.M. del 10 febbraio 2015 (Criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali) pubblicato sulla G.U. n. 50 del 2-3-2015

I limiti di legge

Tutta questa normativa impone l’obbligo di chiarezza stabilendo anche ciò che deve essere riportato sulle etichette. Inoltre impone anche dei limiti in merito alle sostanze che possono essere contenute nelle acque destinate al consumo umano ed imbottigliate. Volete un esempio? Leggete la tabella della Figura 1 qui sotto.

Figura 1. Alcuni dei parametri i cui limiti sono riportati nella normativa vigente in merito alla qualità delle acque destinate al consumo umano ed imbottigliate
Alluminio, Arsenico, Fluoro, Nitrato

Se non siete chimici, biochimici, biologi o medici, la lettura della Tabella di Figura 1 può fare impressione.

Ma come? La legge permette che ci siano sostanze tossiche come alluminio, arsenico, fluoro e nitrato? Ma lo sanno tutti (tipico dei bufalari) che sono sostanze che dovrebbero essere assenti dalle acque.

Chi fa queste affermazioni non sa che “è la dose che fa il veleno”.  Il nostro organismo è in grado di “sopportare” una certa quantità di sostanza ritenuta tossica senza alcuna conseguenza. È solo quando l’ammontare di una certa sostanza supera un dato limite che sopravvengono i problemi. Nella fattispecie i limiti riportati in tabella sono ben al di sotto di quelli pericolosi.

Cosa ci fanno sostanze potenzialmente tossiche nelle acque che compriamo?

Per rispondere alla domanda occorre sapere che l’acqua è uno dei quattro comparti ambientali con cui noi umani interagiamo. Gli altri sono suolo, sedimenti ed atmosfera.

L’acqua come comparto ambientale non è un sistema isolato, ma interagisce con tutti gli altri.

Figura 2. Ciclo idrologico (Fonte)

La Figura 2 mostra come l’acqua a livello globale interagisca con suolo, sedimenti ed atmosfera.

Il processo di evapotraspirazione porta l’acqua dalle riserve oceaniche, laghi, fiumi, mari e suolo verso l’atmosfera. Durante questo processo l’acqua perde il suo contenuto disciolto, disperso e sospeso.

Una volta in atmosfera, l’acqua gas (che per convenzione noi indichiamo come vapore) si muove per effetto delle correnti aeree. Quando si realizzano condizioni di temperatura e pressione adatti, le molecole di acqua vapore condensano a formare delle goccioline che diventano progressivamente sempre più grandi. Quando la forza di gravità prevale sulle forze dispersive (quelle che tengono disperse in atmosfera le microgocce di acqua), l’acqua ritorna sulla superficie terrestre sotto forma di pioggia.

Durante il processo di condensazione, l’acqua discioglie i gas dispersi in atmosfera come per esempio anidride carbonica, ossigeno, azoto, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e così via di seguito. Molti di questi gas sono in atmosfera sia a causa dell’attività tellurica (per esempio eruzioni vulcaniche) che dell’attività antropica (per esempio gas di scarico delle automobili, residui della lavorazione industriale etc.).

Man mano che le gocce di acqua crescono, aumentano di peso e tendono, come già scritto, ad essere soggette alla forza di gravità. Nel loro movimento verso la superficie terrestre, le molecole di acqua condensata si arricchiscono di pulviscolo, batteri e spore di microorganismi. Questo vuol dire che quando arriva sulla superficie terrestre, l’acqua piovana non è pura nel senso chimico. Contiene già sostanze disciolte, in dispersione ed in sospensione.

Una volta al suolo, l’acqua si infiltra e/o scivola scorrendo verso le falde e le altre riserve di acqua. Durante il processo fisico di infiltrazione e/o scivolamento, l’acqua interagisce con tutto ciò con cui viene a contatto sia con meccanismi fisici che con meccanismi chimici.

Da un punto di vista fisico, lo “sfregamento” del liquido sulle rocce determina lo “sfaldamento” delle stesse e la formazione di particolato solido che entra in dispersione/sospensione nelle acque.

Da un punto di vista chimico possono avvenire tante reazioni. Per esempio, l’anidride carbonica disciolta durante il processo di condensazione atmosferica contribuisce ad aumentare la velocità dei processi di dissoluzione di rocce che contengono carbonati di calcio e magnesio facendo, così, in modo che l’acqua si arricchisca di questi composti. L’ossigeno disciolto, invece, contribuisce a reazioni di ossido-riduzione grazie alle quali l’acqua si arricchisce di solfati e nitrati.

Sistemi chimici come alluminio, arsenico e fluoro sono componenti di molte rocce per cui essi possono finire in acqua grazie ai processi chimico-fisici appena descritti e dovuti all’interazione tra l’acqua e la componente solida della superficie terrestre.

Conclusioni

Non ci dobbiamo preoccupare quando sulle etichette delle acque che compriamo al supermercato leggiamo della presenza di sostanze a cui il senso comune attribuisce una qualità negativa. Come esseri viventi noi siamo “nati” grazie all’acqua presente sul pianeta. A questo punto è chiaro che il termine “acqua” è molto più complesso del semplice “H2O” che impariamo fin dalle scuole medie. Esso, infatti, non si riferisce solo alle molecole di acqua in senso proprio, ma a tutto ciò che il sistema acqua, come sistema chimico complesso, contiene. Noi esseri viventi siamo adattati a resistere a tutto ciò che l’acqua contiene entro certi limiti. Oltre questi, noi parliamo di inquinamento e contaminazione (i due termini non sono esattamente sinonimi, ma ne parlerò altrove) per cui possiamo incorrere in seri problemi di salute.

State lontani da giornali e siti internet in cui si propaga un facile allarmismo sul contenuto tossico delle acque. Come la chimica ci insegna, noi abbiamo bisogno di acqua e di tutto ciò che essa contiene per la nostra sopravvivenza.

Fonte dell’immagine di copertinahttp://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-03-21/la-giornata-dell-acqua-primo-comandamento-riciclarla-192438.shtml?uuid=AEobRjq

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