Opinioni e vaccini: fatti e misfatti

In merito a opinioni e vaccini, qualche giorno fa ho pubblicato un post in cui chiedevo agli utenti che non possono partecipare al seminario sui vaccini del Dr Di Girolamo di postare le eventuali domande e curiosità su questa mia pagina pubblica in modo da consentirmi di fare la loro voce e porre le domande in coda al seminario stesso [1].

Prontamente è arrivata una domanda, non sulla mia pagina, ma in uno dei gruppi che gestisco in cui, a corredo della foto che sto usando per questo post, si chiedeva: “Per esempio, chiedi come la pensa su questa autorevole ricerca. Io stesso, come referee, ne ho visto di peggio” [2].

In realtà, lì per lì, sono rimasto un poco sorpreso. Ho dato, quindi, una risposta temporeggiatrice, riservandomi il tempo di cercare l’autorevole ricerca di cui si accenna nella domanda.

L’autorevole ricerca è citata in un opuscoletto edito dal Gruppo Editoriale l’Espresso [3] in cui l’autore si propone come obiettivo di mettere a nudo le storture legate alla cattiva informazione ed alla manipolazione dei “big data” che fanno tutte le riviste ed i giornali. In particolare, vengono evidenziate le discrepanze tra le sentenze emanate dai giudici in processi civili e/o penali nei diversi gradi di giudizio. Una sentenza favorevole ad un attore del procedimento si trasforma, nel secondo grado, in una sentenza ad esso sfavorevole. Questo implica che, nella babele di gradi di giudizio, il cittadino comune non sappia come muoversi e che idee farsi.

L’autore del predetto opuscoletto, inoltre, attraverso la citazione, a mio avviso capziosa, dei risultati riportati in un articolo di Journal of American Medical Association (JAMA) intende affermare che la babele di opinioni che sembra contraddistinguere il mondo legislativo è identica a quella presente nel mondo scientifico dove la stragrande maggioranza delle ricerche, soprattutto in campo medico, appare fatta male, falsa e priva di ogni tipo di rigore (v. foto a corredo di questo post). Questa situazione, spinta ai suoi limiti, giustificherebbe l’insorgere di movimenti anti-vaccinnisti e pro-omeopatia.

Senza addentrarmi in giudizi sul mondo legislativo che non conosco e su cui potrei commettere facilmente degli errori, mi soffermo solo sull’errore metodologico implicito in quanto scritto in merito alla validità delle ricerche scientifiche nell’opuscoletto riportato nel riferimento [3].

In realtà più volte io stesso ho scritto di frodi scientifiche fatte per i motivi più vari. Al riferimento [4] si trova l’ultimo mio post sull’argomento. All’interno del testo ci sono anche i riferimenti a miei interventi più vecchi sempre in merito a frodi scientifiche,

Allora cosa c’è di nuovo? Nulla. Quanto riportato in JAMA (sebbene l’opuscoletto voglia essere dettagliato, fallisce in questo scopo perché non riporta a quale articolo di JAMA ed a quale numero della rivista si faccia riferimento) non è altro che qualcosa di risaputo. Non posso conoscere quanto è veramente riportato in JAMA sia perché, come già evidenziato, non ci sono riferimenti nell’opuscoletto, sia perché l’unico articolo che sembra attinente e che sono riuscito a trovare è del 2015 [5]. L’opuscoletto di cui in [3] è del 2014. Evidentemente, l’autore dell’opuscolo si riferisce a qualcosa antecedente al 2014.

In ogni caso, anche ammesso che le percentuali riportate in JAMA siano verosimili, ovvero che più della metà delle ricerche in campo medico siano insulse e non servono a nulla, vorrei far notare che gli autori del lavoro pubblicato su JAMA (e di cui non è dato conoscere gli estremi) hanno potuto scrivere una cosa del genere per un motivo molto semplice.

In campo medico, così come in tutti i campi in cui si maneggiano grandi numeri, esistono le cosidette meta-analisi.

Si tratta di lavori di ricerca in cui viene scandagliata la letteratura esistente in merito ad un determinato argomento; si individuano, nel merito, i limiti metodologici di ogni singolo lavoro e si scartano tutti quelli non ritenuti validi. La selezione così effettuata consente di concentrare l’attenzione di tutti (scienziati e non) sugli studi che sono ineccepibili dal punto di vista metodologico. A quel punto si può argomentare in merito ai modelli che meglio descrivono i fatti osservati che, ripeto, sono ottenuti tutti in modo da essere sia ripetibili che riproducibili.

Fatto,quindi, 100 il numero di studi presi in considerazione, 60 di essi mostrano limiti metodologici? Benissimo, la comunità scientifica si concentra sui 40 che, invece, sono attendibili. Su questi 40 studi si costruiscono i modelli che possono spiegare i fatti osservati. I modelli che servono per spiegare i fatti non sono costruiti né per acclamazione, né per elezione, né per un qualsiasi metodo politico democratico. Sono costruiti solo ed esclusivamente da gente che spende la vita per comprendere i dati sperimentali e che ha competenza in materia. Tutti gli altri sono esclusi a meno che non intendano colmare le loro lacune cognitive cominciando a studiare nei settori scientifici di interesse.

In altre parole, in merito ai vaccini o all’omeopatia non esiste nessun dibattito. E non è possibile instaurare nessun dibattito se non tra persone che hanno lo stesso background culturale. Questo vuol dire che un cardiologo NON può discettare di vaccini con un virologo, così come un virologo NON può mettersi a parlare di cardiologia con un cardiologo. Allo stesso modo chi si è laureato alla scuola della vita leggendo i libri dell’università Google, non è i grado di confrontarsi con nessuno dei professionisti anzidetti.

Riferimenti

[1]https://www.facebook.com/events/767116230110172/permalink/780576812097447/?ref=4&action_history=null
[2] https://www.facebook.com/…/383…/permalink/1334609296609852/…
[3] http://osle.it/…/la_legalita_e_il_rovescio_della_medaglia_-…
[4] https://www.facebook.com/RinoConte1967/posts/1905050496383144:0
[5] http://jamanetwork.com/journa…/jama/article-abstract/2397816

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