Agricoltura biodinamica: tra magia e fantasia

Quante volte ho scritto di agricoltura biodinamica? Non si contano più (es. qui). Tra litigate in rete con pseudo scienziati di ogni tipo, persone che invadono senza alcun ritegno campi in cui non sono assolutamente competenti, personaggi che mascherano con la pseudo scienza i loro tornaconti personali, è diventato piuttosto noioso parlare sempre delle stesse cose. Tuttavia, ritengo che tornare di tanto in tanto alla carica sia piuttosto utile per non dimenticare che, nonostante gli sforzi compiuti, ci sono sempre quelli che continuano imperterriti a diffondere le cretinate più assurde.

L’ultima sciocchezza che mi è capitato di leggere è riportata su una rivista on line. Si tratta di WineNews, una rivista del settore enologico che riporta di una nuova tecnica biodinamica per la produzione di uno Champagne.
Riporto qui sotto per comodità il breve articolo che potete leggere anche qui:

Gli appassionati di vino sono sempre a caccia di particolarità e novità. E dovranno aspettare fino al 2021 per poter degustare il primo champagne prodotto con la fermentazione in botti d’oro. A firmarlo, come giù riportato in passato da WineNews, la maison Champagne Leclerc Briant, che ha annunciato la data di rilascio al magazine Uk “The Drink Business”. Lo champagne, annata 2016, sarà prodotto dalla fermentazione nelle botti da 228 litri, fatte di acciaio all’esterno, ma rivestite di oro a 24 carati all’interno, create dall’azienda specializzata GD Industries. E sarà un vino prezioso in assoluto, visto che le uve arrivano dal vigneto La Croisette, una parcella di Chardonnay ad Epernay, che fa parte dei 14 ettari di proprietà della Maison. Vigneto che ha una particolarità, perché se tutta l’azienda è gestita secondo i criteri della biodinamica, nel vigneto La Croisette, spiega l’azienda, non è mai stata toccata da prodotti chimici di sintesi. Una scelta, quella dell’oro, dovuta al fatto che, spiega lo “chef de cave” Hervet Jestin, “l’oro amplifica i livelli dell’attività del sole durante la prima fermentazione, e crea connessioni con l’attività del cosmo”.

Si comprende che la tecnica messa a punto prevede la fermentazione in una botte rivestita all’interno di oro. Perché proprio questo prezioso metallo? È riportato in neretto: l’oro amplifica l’attività del sole e crea connessioni con l’attività del cosmo.

Siamo nel 2019, ovvero siamo nel ventunesimo secolo. Siamo andati più volte sulla Luna; abbiamo inviato nello spazio profondo astronavi alla scoperta di forme di vita simili alla nostra; abbiamo mappato il genoma umano; abbiamo prodotto macchinari avanzatissimi per la diagnostica medica così da essere in grado di scoprire patologie in tempi così rapidi da poter assicurare con ottime probabilità una sopravvivenza un tempo impossibile; stiamo studiando i computer quantistici e tanto altro ancora. È mai possibile che si debbano leggere ancora ed ancora queste enormi stupidaggini sull’influenza del sole e le connessioni col cosmo? Ma è mai possibile che l’autore di questo articolo non abbia provato un minimo di vergogna nel riportare in merito a fantasiosi influssi astrali? Perché non ha commentato in merito? Per quale motivo non ha fatto fare la figura dell’ignorante allo pseudo enologo che si è permesso di dire le sciocchezze che tutti possiamo leggere? Dove si è laureato questo enologo? Ha studiato un minimo di biochimica? Ma c’è qualcuno che veramente crede a queste stupidaggini?

Mi verrebbe da dire: se c’è qualcuno che le dice, se c’è qualcuno che le riporta senza battere ciglio, vuol dire che c’è anche qualcuno che evidentemente crede a queste scempiaggini. Del resto le leggi del mercato sono chiare: se c’è una domanda, c’è necessariamente anche un’offerta.

Cosa concludere?
La fermentazione alcolica è un processo ben noto. Se volete averne un’idea dettagliata basta cliccare qui o leggere la figura riportata nell’immagine di copertina.

Come si evince, non c’è alcuna connessione con forze cosmiche e attività solari. Chi ha detto queste cose è indubbiamente uno che di biochimica non capisce assolutamente nulla. Vuole solo giustificare il prezzo sicuramente esoso a cui venderà le sue bottiglie per effetto del fatto che l’oro a 24 kt con cui intende ricoprire la superficie interna delle sue botti è particolarmente costoso.

Ognuno può fare quel che vuole dei propri soldi e del proprio destino, ma almeno non cerchi di prendere per idioti chi li ascolta o legge.

Immagine di copertina: La fermentazione alcolica (Fonte)


13 risposte a “Agricoltura biodinamica: tra magia e fantasia”

    1. Sì, è vero Claudio. Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di bottiglie dal costo molto elevato. Addirittura alcune anche non prezzabili. Il mondo dell’enologia, per me, è estremamente nuovo

  1. All’Università a Milano quando studiavo io c’era il Prof. Majorino che era un po’, diciamo, “vicino” a certe idee new age e ricordo che si diceva che avesse presentato al consiglio di corso di laurea in chimica la proposta una tesi sull’effetto delle fasi lunari sulle cinetiche di alcune reazioni chimiche per stabilire se veramente le fasi lunari avessero influssi sulla germinazione dei semi e sull’irrancidimento del vino in seguito all’imbottigliamento, inutile dire che la tesi fu rifiutata.

    1. HAHAHAHA geniale nella sua fuffagine. Se avesse avuto risposta positiva, oggi saremmo messi molto peggio. Meno male che ci sono ancora filtri efficaci. Grazie per questa sua testimonianza

  2. Lo sdoganamento delle baggianate definite come “pseudoscienza” in forza al numero di persone che ci credono, o che mettono un “like”, secondo una falsa logica di scienza “democratica” è il peggior insulto alla razionalità e al metodo scientifico degli ultimi 10mila anni, ossia dalla fine dell’età della pietra. 😡

  3. Ho un caro amico che si occupa di prodotti naturali ma soprattutto chimici per la produzione e conservazione del vino. Una nota azienda del novarese… Senza chimica, buona chimica, non potremmo bere vino che arriva ormai da ogni angolo del pianeta.
    Dove insegno ora, avevano il corso di biotecnologie alimentari, purtroppo cancellato, e la chimica era sovrana.
    Le cavolate sugli influssi astrali le lasciano stare, ma il periodo adatto per l’imbottigliamento in base al ciclo lunare forse no!
    Cari saluti, d un collega chimico.
    Giovanni

  4. A parte che ci sono bottiglie di vino a 500 dollari , cosa volete aspettarvi da gente che applaude una Brigliadori e da un paese che ha un ministero (MIUR) che organizza corsi (a 400 €)
    sull’esorcismo ?

  5. Se queste cose avvengono, paradossalmente la “colpa” è proprio della scienza. Mi spiego: grazie alle moderne tecniche enologiche, è possibile produrre vino ottimo a prezzi bassissimi, per tutti. Ecco quindi che chi è al top del mercato e vuole vendere vino a prezzi altissimi deve inventarsi un valore aggiunto di qualche genere, perchè onestamente oltre i 30 euro a bottiglia (forse meno), non compri più la qualità di un vino ma quello che il marketing identifica come “esperienza d’acquisto”, “status” et similia.

    Starebbe alla legislazione evitare che questi “valori aggiunti” scovati dal marketing sconfinino nella vera e propria menzogna, ma onestamente mi pare che non ci sia un grande interesse generale a farlo, visto che il PIL è quello che interessa a tutti.

    Se non si riesce a far scrivere “contiene solo zucchero” sulle medicine omeopatiche (che oltretutto vengono vendute in farmacia), figuriamoci se non si chiude un occhio sulle biodinamiche, influenze astrali etc.

    Brutti tempi per la razionalità.

    1. Gentilissimo Giacomo, grazie per questo commento. In realtà esistono bottiglie di vino che costano tantissimo. Non ci volevo credere, ma la mia compagna mi ha fatto vedere bottiglie che possono superare i 500 €. Il motivo non ha nulla a che vedere col marketing, ma con l’enologia, ovvero con la bravura dell’enologo che lavora su basi scientifiche per produrre prodotti di estrema qualità. Quelli che si inventano ste cavolate come gli influssi astrali, ha ragione lei, dovrebbero essere additati, come minimo, al pubblico ludibrio…se non al carcere…

  6. E se gli enzimi che catalizzano queste reazioni fungessero da antenne per i raggi cosmici? E se l’energia dell’universo fosse stata incamerata dal DNA degli acini e poi trasmessa agli enzimi nel corso della loro sintesi? No, scherzo dott.! Ma quanta pazienza deve avere per continuare contro argomentazioni che al solo leggerle fanno cadere le braccia. Grazie ancora!🤗

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