Perché le dita raggrinziscono quando restano troppo tempo in acqua?

Quante volte vi è capitato di restare troppo tempo in acqua? E quante volte avete notato che uscendo dal bagno avete le punte delle dita raggrinzite? Vi siete mai chiesti perché? E vi siete mai chiesti qual è il vantaggio evolutivo che possiamo avere da una cosa del genere?

Sembra quasi banale, ma solo nel 2013 è stato pubblicato un lavoro serio in merito a questa questione. Quindi, non possiamo dire che le informazioni che sto per dare siano troppo vecchie. Si tratta di qualcosa che è stato spiegato solo ieri. Qui il link.

Veniamo al punto.

La Figura 1 mostra l’anatomia della nostra pelle. Fino a qualche anno fa, si riteneva che il raggrinzimento delle dita fosse dovuto a processi osmotici a carico dello strato corneo più esterno dell’epidermide. In realtà, il raggrinzimento è dovuto ad una riduzione del volume dello strato “polposo” dell’epidermide ed è controllato dal nostro sistema nervoso.

È facile dimostrare che l’aumento del numero di grinze sulla pelle corrisponde ad un aumento di area superficiale della stessa. Ho già riportato una dimostrazione di questo tipo per altri sistemi, ma la tipologia di ragionamento si applica anche per superfici come la pelle che raggrinzisce.

Un elevato valore di area superficialedella pelle sulla punta delle zampette dei gechi spiega, per esempio,  le loro caratteristiche anti-gravitazionali.

Figura 1 Anatomia della pelle. (Fonte: http://health.howstuffworks.com/skin-care/information/anatomy/skin1.htm)

Infatti, grazie alla loro elevata area superficiale, le dita dei gechi sono in grado di realizzare delle interazioni di Van derWaals molto forti con le superfici con cui vengono a contatto. Queste forze di attrazione sono così intense che riescono a vincere la forza peso che tenderebbe a spingere il geco verso la superficie terrestre.

L’aumento di area superficiale delle dita umane, conseguente al raggrinzimento per immersione prolungata in acqua, ha un significato evolutivo preciso secondo i ricercatori della Newcastle University. A quanto pare abbiamo conservato questa caratteristica perché ci serve per poter usare le mani, senza che gli oggetti ci scivolino, in condizioni di elevata umidità o quando siamo sott’acqua. L’aumento di area superficiale, dovuto agli impulsi nervosi che consentono la diminuzione del volume della polpa epidermica, aumenta la capacità di presa grazie all’intensificarsi delle forze di interazione superficiale tra le nostre dita e ciò che afferriamo.

Non c’è che dire. I fenomeni naturali sono sempre affascinanti

Fonte dell’immagine di copertina: https://www.themarysue.com/water-wrinkles-purpose/

2 risposte a “Perché le dita raggrinziscono quando restano troppo tempo in acqua?”

  1. Come è perché si è evoluto questo adattamento agli ambienti acquatici? Allora è vera la teoria della scimmia acquatica dalla quale deriverebbe l’uomo?

    1. Non sono un biologo evoluzionista, ma mi sento di affermare che “l’uomo come discendente di una scimmia acquatica” è alcquanto bizzarra come idea. Gli esseri umani hanno progenitori in comune con tutti gli esseri viventi. Man mano che si è proceduto nei processi evolutivi ci siamo staccati sempre di più dalle linee precedenti che, a loro volta, hanno dato luogo a rami sempre più differenti di esseri viventi.

      Supponiamo che A sia un progenitore. A genera A1 e A2 che sono differenti ma imparentati tra loro. A1 genera A11 e A12 che sono imparentati tra loro mentre A2 genera A21 e A22 che sono imparentati tra loro e con i “figli” di A1. Man mano che si procede nella scala evolutiva A11, A12, A21, A22 che possono procreare tra loro, tendono sempre più a differenziarsi fino al punto che i loro ennesimi discendenti non saranno in grado di avere prole. Si sono, quindi, ottenute specie differenti con caratteristiche in comune.

      La capacità di poter afferrare gli oggetti sotto acqua come conseguenza dell’arricciamento della pelle, non è un adattamento, quanto piuttosto un tratto vestigiale che abbiamo conservato.

      Come dicevo non sono un biologo evoluzionista. Spero che ci sia qualche specialista del settore che sia in grado di dare meglio di me un approfondimento della questione.

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